Edizione 2016

METALITALIA.COM FESTIVAL 2016
10/09/2016 – Live Music Club – Trezzo sull’Adda (MI)

metalitalia festival 2016 - locandina definitiva

Running order e programma meet&greet:

Apertura porte: 14.30

15.00/15.30 – meet&greet SODOM
15.30/16.00 – ELECTROCUTION
16.20/16.50 – DISTRUZIONE
16.50/17.10 – meet&greet INSOMNIUM
17.10/18.25 – NECRODEATH | CADAVERIA (one night only special show)
18.25/18.45 – meet&greet DARK TRANQUILLITY
18.45/19.40 – INSOMNIUM
19.40/20.00 – meet&greet NECRODEATH + CADAVERIA
20.00/21.00 – DEMOLITION HAMMER
21.00/21.30 – meet&greet DISTRUZIONE + ELECTROCUTION
21.30/23.00 – DARK TRANQUILLITY
23.00/23.30 – meet&greet DEMOLITION HAMMER
23.30/01.00 – SODOM

 

Crediti di Redazione (stand, meet&greet, report in diretta, varie ed eventuali):

Alessandro Corno: produzione e organizzazione generale
David Scatigna: fotografie meet&greet
Francesco Castaldo: fotografie report in diretta e pubblico, live video
Giacomo Slongo: report in diretta (Distruzione, Demolition Hammer)
Giovanni Mascherpa: report in diretta (Electrocution, Sodom)
Lorenzo Ottolenghi: assistenza alla produzione (driver)
Luca Corbetta: allestimento stand e assistenza alla produzione
Luca Pessina: allestimento stand e assistenza alla produzione
Marco Gallarati: allestimento stand, coordinamento report in diretta, report in diretta (Necrodeath|Cadaveria, Dark Tranquillity)
Maurizio Borghi: assistenza alla produzione
Riccardo Plata: fotografie meet&greet
Sara Sostini: report in diretta (Insomnium)
Simone Vavalà: assistenza alla produzione
Valentina Mevoli: banchetto merchandise ufficiale

Ringraziamenti a tutto lo staff coinvolto, partner, sponsor e fan a questo indirizzo.


Introduzione
La quinta edizione del Metalitalia.com Festival sta per partire ufficialmente in quel del solito Live Music Club di Trezzo sull’Adda, per noi di Metalitalia.com – se non si fosse ancora capito fin qui – vero punto di riferimento organizzativo e più di un semplice locale per concerti. Dopo ben quattro edizioni svoltesi nel mese di maggio, come sorta di antipasto alla grande stagione estiva dei festival (italiani ed esteri), il 2016 vede lo spostamento della nostra manifestazione al 10 settembre, con la gente appena rientrata dalle vacanze e con ancora gli ultimi strascichi di happening agostani prima del tuffo carpiato nella profonda piscina dei tour invernali. Ma, a parte l’importante traslazione di data, il programma del MIF 2016 non si discosta molto da quello degli anni passati: sapete tutti che ciò che questa redazione desidera, assieme agli amici di Eagle Booking Live Promotion, è dare vita ad una giornata piacevole di musica metal ed eventi contigui, nulla più…e scusateci se è poco: l’organizzazione dei meet&greet aperti a chiunque (nessuna precedenza, nessun VIP ticket, nessuna ‘modernata’ costosa) è ormai una sicurezza ed un gradevolissimo momento di fratellanza tra band e pubblico; la presenza di molteplici bancarelle/stand di merchandise metallico dà quel tocco di underground che ai maggiori eventi tricolori ormai latita; ad ogni edizione viene offerto un bill il più accattivante possibile, cercando di impreziosirlo con chicche esecutive e show speciali (vogliamo ricordare solamente, per gli anni passati, i Sadist con il quartetto d’archi, le calate di Demon e Desaster, gli Uriah Heep, i Dark Lunacy anche loro con gli archi, gli At The Gates con una sola chitarra (sic), la reunion degli In.Si.Dia, il fantastico sold-out dell’accoppiata Testament/Exodus…); senza dimenticare, ovviamente, una cura dei dettagli via via sempre più perfezionata e ‘brandizzata’. Insomma, nel nostro piccolo, siamo orgogliosi di poter presentare anche quest’anno, e per una volta lo scriviamo prima dell’inizio del festival, una manifestazione pensata per il pubblico in una venue perfetta per le nostre mire organizzative e con una line-up di prim’ordine.
Due parole sul bill di quest’anno, appunto, che presenta, come l’anno scorso, otto formazioni a contendersi lo scettro di band migliore della giornata: ad aprire arriveranno Electrocution e Distruzione, per un uno-due emiliano-romagnolo al cardiopalma; poi avremo lo show speciale ed irripetibile di Necrodeath e Cadaveria, che mischieranno uomini, donne, streghe e demoni per celebrare il loro appena uscito split-EP “Mondoscuro”; e dalle 18.30 in poi, ecco entrare in campo le compagini internazionali: i finnici Insomnium, fra le realtà più apprezzate della seconda ondata di melodic-death metal, faranno il paio con i loro padrini svedesi Dark Tranquillity, all’ennesimo ritorno in terra italica, quasi una seconda patria per Mikael Stanne e compari, alla vigilia della release del nuovo album “Atoma”; e siccome il thrash metal è il genere che trascina fuori dalle tane il maggior numero di metalkid da Aosta a Pantelleria, non potevano mancare due nomi di spicco della scena mondiale: i Sodom, la certezza teutonica, e i riuniti newyorchesi Demolition Hammer, vera chicca di un bill che riteniamo eccezionale e di altissima qualità.

Ma terminiamo qui le chiacchiere, infine, e apprestiamoci a seguire l’evento nel suo svolgersi. Siamo in prossimitá dell’apertura porte e giá ci segnalano un manipolo di gente assiepata alle transenne in attesa di entrare. Prima degli opener Electrocution, é previsto l’atteso meet&greet con i Sodom, vero e proprio kick-off del festival.
Vi aspettiamo quindi nell’area esterna, per i m&g allo stand gonfiabile di Metalitalia.com, e all’interno del locale, per gustare assieme una kermesse metallica coi fiocchi! Buon smetallamento!
(Marco Gallarati)

 

ELECTROCUTION – 15.30/16.00
Provenienza: Bologna, Italia
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Parte nel segno del death metal tecnico e ferale il Metalitalia.com Festival 2016. All’esterno é in via di smaltimento il meet&greet dei Sodom – popolatissimo, forse anche oltre le previsioni -, all’interno il popolo metallaro si presenta in numero discreto, anche per sfuggire a una calura che al di fuori é oltre i limiti di sopportazione. Il quintetto bolognese si é ripresentato sulle scene con l’ottimo “Metaphysincarnation” nel 2014 e da allora ha messo in fila una serie di concerti che gli ha tolto di dosso la comprensibile ruggine dell’inattivitá. Infatti la band inizia carichissima, passando sopra a suoni leggermente impastati e giovandosi invece di un impianto luci ad effetto, che ben incornicia con movimentate intersezioni di fari colorati l’estroversa prestazione musicale. La scaletta volge lo sguardo sull’ultimo album, sacrificando lo storico “Inside The Unreal”, scelta dovuta a una maggiore dimestichezza dell’attuale line-up con suoni piú moderni e intricati di quelli degli anni ’90. A parte qualche affanno vocale del leader Mick Montaguti, a volte in difficoltá nei passaggi da una tonalitá di growl all’altra e un po’ statico nelle parentesi strumentali prolungate, il concerto vola via alla grande fra blastbeat trascinanti – sfavillante la prova di Vellacifer ai tamburi – intrecci di riff spigolosi e complicati, stacchi in mid-tempo ideali sia per dare un attimo di respiro che per stimolare un po’ di headbanging. Si mette in luce la solista di Gabriele Lazzerini, al suo ultimo concerto con gli Electrocution, impegnato positivamente anche alla seconda voce. Apprezzata e motivo di aumento della partecipazione da parte degli astanti la cover di “Flattening Of Emotions” dei Death, mentre sul finale c’é modo di scaldare la voce col refrain ossessivo di “Abiura”. Volgendo lo sguardo in sala, verifichiamo un deciso aumento degli intervenuti al termine del set rispetto al suo inizio, probabile segnale che gli Electrocution si sono conquistati qualche nuovo fan quest’oggi.
(Giovanni Mascherpa)

 

DISTRUZIONE – 16.20/16.50
Provenienza: Parma, Italia
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Dopo la convincente prova degli Electrocution, utile soprattutto per rompere il ghiaccio e calarsi nel mood festivaliero della giornata, é la volta dei Distruzione, altra storica realtá del panorama underground nostrano. Rispetto a quella dei vicini di casa, la proposta del gruppo parmense é giocoforza orientata su tonalitá piú grevi e viscerali, figlie di un retaggio hardcore-thrash che ormai da qualche tempo ha abbracciato con convinzione la causa (swedish) death metal, ma la sostanza non cambia. Il quintetto ci mette poco ad entrare in sintonia con il pubblico, irretendolo fin dalle primissime battute grazie alla sua proposta deragliante e al peculiare cantato in italiano di Devid Roncai, il cui growling feroce e intelligibile – foriero di versi tutt’altro che banali – é da sempre motivo di grande interesse tra i cultori di certe sonoritá. Il livello di ignoranza sale vertiginosamente brano dopo brano, mentre i Nostri si lanciano a capofitto in una miscela a dir poco sfrontata di Entombed, Carnage e Dismember, enfatizzata da volumi spaccatimpani (anche troppo, ad esser sinceri) e perfetta per una sana dose di pogo vecchio stampo. Il pit comincia ad agitarsi, mentre chitarre distorte fino a sembrare motoseghe e ritmiche-caterpillar vengono scagliate a mo’ di macigni dal palco, con la band visibilmente compiaciuta della reazione innescata dalle varie “Il Dolore Della Fine”, “Ossessioni Funebri” e “Cornice De’ Superbi”. Mezz’ora di performance ruvida e distruttiva (scusate il gioco di parole), ennesima testimonianza di una band che, dopo quattro full-length e oltre vent’anni di carriera, puó essere vista come uno dei piú solidi esempi di perseveranza della scena tricolore.
(Giacomo Slongo)

 

NECRODEATH | CADAVERIA – 17.10/18.25
Provenienza: Genova (Necrodeath) e Biella (Cadaveria), Italia
Facebook Necrodeath e Facebook Cadaveria

Si chiude la parte nazionale del Metalitalia.com Festival 2016 con lo One Night Only Special Show che vede uniti i veterani della scena tricolore Cadaveria e Necrodeath. L’occasione per questa performance irripetibile é la pubblicazione dello split-EP “Mondoscuro”, uscito per Black Tears Of Death giusto una settimana fa. Le due band hanno condiviso nel tempo amicizia e musicisti, che si esplicano bene nella presenza di Flegias alla voce dei Necrodeath e alle drums dei Cadaveria, sotto l’ardito pseudonimo di Marcelo Santos; e quindi il connubio, anche in sede live, risulta piuttosto naturale e ben pensato. Lo show prevede un’ora e un quarto di timing, con mezzoretta circa a disposizione delle singole entitá e poi un quarto d’ora di divertissement durante la quale avviene la metamorfosi, in questo caso da Cadaveria a Necrodeath. Apre infatti la compagine della nostrana Signora delle Ombre, che fa la sua macabra entrata in scena portata sul palco da due ‘inservienti’ dentro un sacco nero da obitorio. Candelone votive, due stendardi della band, una piccola bara bianca e una culla anch’essa bianca ricamata da pizzi e merletti completano una scenografia che, in effetti, fa la sua gotica figura. Su Cadaveria nulla da dire, é una certezza: il carisma innato, l’entrare nella parte ed il riuscire a farlo senza risultare pacchiana o impacciata, la grinta e le capacitá vocali fanno sí che la si possa considerare una frontwoman da brividi, capace di catalizzare l’attenzione della platea ben piú di altre sue platinate colleghe – sempre che, ovviamente, si prediliga l’oscuritá demoniaca ai vestiti pomposi e ai gorgheggi lirici. I Cadaveria rallentano vigorosamente il ritmo impartito da Electrocution e Distruzione al festival, sciorinando il proprio gothic-black metal moderno e groovy con maestria e semplicitá, insita nel drumming non certamente tecnico di Marcelo Santos e in alcune linee vocali molto orecchiabili della singer, che comunque resta assolutamente abile (e aiutata dal riverbero) nel suo screaming acido e aggressivo. “Memento Audere Semper” e “The Days Of The After And The Behind” sono due fra i brani eseguiti, prima che, lentamente, i Cadaveria si trasformino in Necrodeath con gli innesti di Pier Gonella alla chitarra prima e di Peso alla batteria poi. La parte centrale, quella dei cambi di line-up in successione, é risultata forse la meno interessante, con il pubblico, un po’ provato dalla performance ‘fuori contesto giornata’ dei Cadaveria, che probabilmente é entrato in astinenza da pogo. Difatti, non appena i genovesi prendono pieno possesso dello stage, l’esibizione si anima subito e ritorna su vette decisamente buone. Festeggianti con due striscioni aperti estemporaneamente in platea i propri trent’anni di carriera, i Necrodeath inanellano “Forever Slaves” ed “Hate And Scorn” a mille, facendo partire un mosh selvaggio e belluino. A sorpresa, poi, ecco il rientro di Cadaveria on stage per la proposizione perfetta di una “Mater Tenebrarum” che fin qui é certamente l’highlight della giornata; davvero spontanea e riuscita l’intesa live tra Flegias e la vocalist biellese, ripetuta infine a chiusura di set, affidata a “Rise Above”, unico estratto inedito tratto da “Mondoscuro”. E mentre fuori la folla per il meet&greet dei Dark Tranquillity é esagerata, dentro ci si prepara ad accogliere gli Insomnium, ad inaugurare la sezione internazionale del MIF 2016.
(Marco Gallarati)

 

INSOMNIUM – 18.45/19.40
Provenienza: Joensuu, Finlandia
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Direttamente dalla Finlandia arriva la prima ventata di malinconia, portata da Niilo Sevanen e soci. Le note di “Primeval Dark” vengono accolte con calore dalla platea, che da subito si dimostra pronta a seguire il quartetto di Joensuu: gli Insomnium mancano dal suolo meneghino da appena poco piú di un anno (l’ultimo show era di supporto agli Ensiferum, nel marzo 2015), ma viene riservata loro un’accoglienza molto piú che sentita. Il pubblico mostra di gradire sia i lavori dell’ultimo periodo che quegli album oramai invecchiati di qualche lustro, perché sia la cadenzata “While We Sleep” che la piú datata – ma sempre ottima – “Change Of Heart” (da “Above The Weeping World”, di cui quest’anno ricorre il decennale) vengono salutate con battimani, corna all’aria e un headbanging vigoroso. Passaggi malinconici e piovosi di altre latitudini vengono dipinti a pennellate vivide dal gioco di chitarre Friman/Vanhala, mentre la voce di Sevanen, ora gutturale, ora sussurrata, dona colore e spessore al death melodico dei Nostri. C’é da dire che peró, in sede live, il quartetto risulta leggermente piú ‘approssimativo’ che su disco, forse complici anche i suoni non ottimali: molto in penombra la chitarra ritmica rispetto a quella solista, ad esempio, ma i quattro finlandesi sopperiscono alle leggere sbavature con tanto cuore e coinvolgimento, regalandoci comunque cinquanta minuti in cui dimostrano come basti un assolo struggente e accorato come quello che traina la nostalgica “The Promethean Song” per impressionare l’udito di chi é cresciuto portandosi i Dark Tranquillity nel cuore. Ed a proposito di questi ultimi, oramai prossimi a calcare le assi del Live, quasi ‘scontata’ é la comparsa sul palco del rossocrinito Mikael Stanne su “Weather The Storm”, che acquista istantaneamente uno spessore ed un’intensitá differenti: la Storia ed i suoi figli duettano meravigliosamente, portando alle orecchie degli astanti panorami di nuvole, vento e odore di autunno. Perché gli Insomnium sono questo: nulla di pionieristico né troppo affettato, ma comunque in grado di passare attraverso gli animi piú duri ed emozionarli con un epico, solenne comparto di melodie e ritmi cadenzati. E’ ancora tempo di guardare indietro con “Mortal Snare”, tra i classici nel repertorio della band. Pazienza per qualche pasticcio sonoro e tecnico sulla giá citata “The Promethean Song”, pazienza per l’assenza di brani pescati (ad esempio) da “In The Halls Of Awaiting”, pazienza se speravamo in qualche assaggio dall’imminente “Winter’s Gate”, perché la conclusiva “Down With The Sun” ci lascia con un angolo di plumbeo, melanconico sorriso tra gli applausi scroscianti del pubblico.
(Sara Sostini)

 

DEMOLITION HAMMER – 20.00/21.00
Provenienza: New York City, Stati Uniti
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“Are you ready for violence?”. Un quesito che sa tanto di domanda retorica, specie se a formularlo é una band come i Demolition Hammer. Da poco riformatisi e qui alle prese con uno dei loro primissimi concerti post-reunion, i quattro di New York City si sono resi protagonisti di uno show pressoché inarrivabile in termini di potenza, precisione e ferocia scriteriata, alzando un’asticella che siamo certi metterá a dura prova gli headliner che si succederanno a breve sul palco. Che i Nostri fossero una delle formazioni piú spietate e brutali nella storia del thrash giá lo sapevamo, complici gli ascolti reiterati di dischi come “Tortured Existence” ed “Epidemic Of Violence”, ma francamente nulla poteva prepararci ad un simile massacro. Volumi calibrati ad hoc fin dalle primissime battute, tecnica strumentale al di sopra della media del genere e una presenza scenica a dir poco invasata hanno posto le basi per una setlist caustica, genuinamente intrisa d’odio, aperta nel migliore dei modi dall’intramontabile “Skull Fracturing Nightmare”, sintesi perfetta di un certo modo di intendere l’extreme metal novantiano, e chiusa dall’incedere caracollante di “.44 Caliber Brain Surgery”. Nel mezzo la trasposizione in musica di centinaia di martelli calati sul cranio, perfettamente rappresentati dalle rasoiate chitarristiche della coppia James Reilley-Derek Sykes, dispensatrice di soluzioni ai limiti del death, dalle ritmiche parossistiche del neo-entrato Angel Cotte e dall’ugola al vetriolo di Steve Reynolds, che incurante dello scorrere del tempo ha vomitato liriche splatter e dissennate come una ventina d’anni fa. Difficile, se non addirittura impossibile, descrivere razionalmente i sessanta minuti di slot occupati dai Nostri, vuoi per i ritmi folli della performance, vuoi per l’incredibile risposta da parte del pubblico, che di fatto ha trasformato l’interno del Live Club in una sorta di warzone infernale. In effetti, la miscela di Dark Angel, Slayer e Malevolent Creation contenuta in brani come “Envenomed” (da vertebre spezzate il break finale), “Carnivorous Obsession” (sensibilmente piú groovy del resto del repertorio) e “Hydrophobia” ha sempre dato l’impressione di essere stata pensata per non fare prigionieri dal vivo, mortificando fino all’inverosimile le ossa e la carne; e stasera ne abbiamo avuto l’ennesima conferma. L’entusiasmo, la consapevolezza di stare assistendo ad un evento speciale, si sono insomma tagliati con il coltello, per quello che non esitiamo a definire uno degli highlight assoluti delle cinque edizioni del nostro Metalitalia.com Festival. Quando la furia omicida dipinge un sorriso entusiasta sul volto.
(Giacomo Slongo)

 

DARK TRANQUILLITY – 21.30/23.00
Provenienza: Goteborg, Svezia
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Veniamo ai Dark Tranquillity, habitué delle terre italiche e una delle band piú amate dal pubblico nostrano. Chi scrive li ha visti davvero tante volte e ultimamente difficilmente si entusiasma di fronte ad una loro esibizione. Questa sera, inoltre, la band, pur fornendo una prova maiuscola in termini di impegno e calorositá, non é stata baciata dalla fortuna soprattutto sui suoni, mai perfetti per tutta la durata della performance: chitarre basse e uniformi, a tratti inudibili, tante imperfezioni, voce e tastiera spesso troppo ridondanti, batteria poco incisiva, basso ininfluente. Insomma, non un mezzo disastro, perché comunque la potenza del caos impattante e il repertorio canzoniero hanno tirato su lo show, ma chi conosceva poco i Dark Tranquillity pensiamo che con difficoltá abbia potuto apprezzare oggi la dovizia di particolari del suono melo-death degli svedesi. E’ la prima volta, comunque, che abbiamo il piacere di visionare la Tranquillitá Oscura senza Martin Henriksson, sostituito da Jens Florén, anch’egli alle prese con vistosi problemi di settaggio al proprio strumento. Al basso, ecco il jolly tuttofare della scena goteborghiana Anders Iwers, attivo con Tiamat ed ex-Ceremonial Oath, Cemetary e In Flames. Giá ben affiatati ma ancora non perfettamente coesi, i sei iniziano il loro set con dieci minuti di ritardo, riducendolo poi di ulteriori cinque minuti nel finale, suonando complessivamente per settantacinque dei novanta minuti a loro disposizione. Il pubblico ha apprezzato con entusiasmo il concerto, ma di certo i fan piú di vecchia data avranno storto il naso durante lo scorrere di una scaletta che ha concesso poco spazio al vecchio materiale e che non ha nemmeno donato una piccola anticipazione del prossimo disco “Atoma”. Insomma, é parso proprio che i Dark Tranquillity, come detto dallo stesso Mikael Stanne piú volte durante l’evento, abbiano considerato questa data come l’ultima del tour di “Construct” e non come un’occasione speciale per proporre qualcosa di sfizioso per i loro fedeli fan tricolori (ricordate a Romagnano Sesia quando proposero “A Bolt Of Blazing Gold?). Chiariamo: le varie “Final Resistance”, “ThereIn”, “The Treason Wall”, “Terminus (Where Death Is Most Alive)”, “Lethe” (meno male), “The Wonders At Your Feet” hanno mantenuto il gig al di sopra della sufficienza, ma il quasi comico finale affidato a “Misery’s Crown”, nel mentre della quale tre Insomnium completamente ubriachi hanno agito da simpatiche coriste danzanrti improvvisando balletti di dubbio gusto, ci é parso l’ideale conclusione di una prova che ha lasciato dell’ampio amaro in bocca, oltre che, é doveroso precisarlo, tanti sorrisi soddisfatti. Compitino da 6+, Dark Tranquillity! Ci vediamo a marzo, per il tour di “Atoma”!
(Marco Gallarati)

 

SODOM – 23.30/01.00
Provenienza: Gelsenkirchen, Germania
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Dalle delizie, i romanticismi e le ruvide carezze dei Dark Tranquillity si passa al rigoroso thrash teutonico dei Sodom, freschi del nuovo full-length “Decision Day”, rilasciato pochi giorni prima del Metalitalia.com Festival. La partenza non é delle piú fortunate: neanche un minuto della prima canzone e il basso di Angelripper si ammutolisce, costringendo il frontman a suonare una parte del brano mimando l’atto, digitando peró soltanto l’aria. In corso d’opera lo strumento torna nelle mani del navigato musicista, che accusa bene il piccolo problema non dando alcun segno di nervosismo. Anzi, alla prima pausa prende pure in mano lo smartphone e immortala la platea in tutta la sua vastitá. Quanta bonomia per lo Zio Tom! Quando si tratta di suonare, ecco uscire la belva assatanata in versione deluxe: chi pensa che i Sodom siano solo dei martellatori in quattro quarti, picchiatori inconsulti figli negletti delle miniere della Ruhr, be’, si sbaglia di grosso. Sará che i suoni sono davvero una meraviglia, rifiniti alla perfezione ed equilibrati, peró difficilmente abbiamo udito il trio di Gelsenkirchen così musicale, ferocissimo ma assolutamente preciso e portatore di una carica che non ha proprio nulla delle vecchie pellacce sulla via della pensione, quanto dei ventenni alla conquista del mondo. Giá con i cori del pubblico a sostenere il refrain di “In War And Pieces” entriamo in una dimensione da trincea sotto assalto nemico, un’atmosfera infuocata che non va affatto rilassandosi col susseguirsi dei grandi classici presenti in setlist. Pochissimo spazio viene concesso al nuovo album, che sará sicuramente promosso a dovere in un tour dedicato, mentre sono le immarcescibili “Outbreak Of Evil”, “The Saw Is The Law”, “Blasphemer” a tenere banco. Angelripper é in forma vocale spaventosa, decanta ispido e cattivissimo le sue inconfondibili liriche militaresche, infondendoci grande enfasi e una certa drammaticitá, sottolineata dalle cromate linee chitarristiche dell’altrettanto monumentale Bernemann, mirabile in particolare dal punto di vista solista. I Sodom dalle nostre parti godono di amore incondizionato e il non averli potuti ammirare per alcuni anni – pochi, a dire il vero – pompa al massimo l’intero Live, encomiabile nella risposta sia nelle prime file sottoposte al disordinato moto ondoso dei mosher di professione, sia piú indietro, dove a un comportamento piú compassato si accompagna un uguale accompagnamento dei refrain, con “Agent Orange” e “Tired And Red” a raggiungere i livelli di partecipazione piú elevati. Commuovente il ricordo di Lemmy con l’onnipresente “Iron Fist”, cantata mettendo il microfono ‘ad altezza Lemmy’, con Angelripper a gorgogliare appena sotto di esso. Immancabile anche la marzialitá inzuppata di sangue di “M-16”, mentre é la iper-motorheadiana “Ausgebombt” a chiudere con un basso saltellante a dominare la scena il concerto dei Sodom e l’intero Metalitalia.com Festival. Esibizione eccellente, degna chiosa di un’edizione che ci pare abbia lasciato una piú che discreta gratificazione nell’animo dei convenuti, se bene abbiamo interpretato le facce di chi ci é passato davanti nel corso della giornata.
(Giovanni Mascherpa)